Nel volume sono raccontati cinquecento anni di storia, di arte e di devozione. È quello che rappresenta, in estrema sintesi, la statua dell’Assunta per la città di Carpi e per i suoi cittadini.
La devozione, in particolare, è sempre stata forte, sentita e mai banale nonostante le tante fasi storiche che la città ha affrontato in questi secoli.
Ma è negli ultimi anni, se non negli ultimi mesi, che l’affezione dei carpigiani verso questo simbolo si è riscoperta e ulteriormente rinforzata.
Per tanti aspetti della vita cittadina, il sisma del 2012 ha segnato “un prima e un dopo”; così anche per la Cattedrale e per la sua patrona, appunto l’Assunta: feriti, mortificati ma mai domi, entrambi protagonisti di un restauro che li ha portati a una nuova vita e ad un rinnovato splendore.
Nel libro sono state raccontate le diverse fasi durante le quali la statua dell’Assunta è stata recuperata nella sua bellezza originaria. Sono stati anni intensi iniziati nel 2015, oltre tre anni dopo il sisma: c’è voluto, infatti, tanto tempo per mettere in sicurezza la cupola del duomo e poter recuperare la preziosa statua dalla sua nicchia.
Da lì è iniziata l’intensa opera di restauro descritta nel libro. Un percorso durato tre anni caratterizzato anche da due intermezzi importantissimi per la storia della città. Un’Assunta non ancora restaurata, ma completamente ripulita, ha ripreso momentaneamente il suo ruolo di patrona durante la cerimonia di riapertura della Cattedrale dopo la ristrutturazione post-sisma; è il 25 marzo 2017 e il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, porge il suo omaggio alla statua.
È un momento storico che anticipa, di una sola settimana, un altro ancora più memorabile: una Carpi splendida, animata da decine di migliaia di fedeli accoglie la visita del Santo Padre; è il 2 aprile e Papa Francesco, prima di celebrare la santa messa in piazza Martiri, porge anch’egli il suo omaggio all’Assunta.
L’Assunta torna, quindi, protagonista della vita religiosa, e non solo, della città.
Ma è negli ultimi mesi del 2018 che la statua assume un’ulteriore, rinnovata, centralità: l’importante restauro è terminato, lo splendore immaginato dal Alberto III Pio e realizzato dal Cibelli ha ripreso vita. La statua rivive nella sua antica, rinnovata, cromia dorata che merita di essere vista da vicino. Per questo viene organizzata da settembre a dicembre una mostra in palazzo vescovile con la quale è descritto il percorso del restauro e viene mostrata l’Assunta restaurata. Saranno oltre settemila i visitatori che, entusiasti, visiteranno la mostra scoprendo, in uno, la statua e le splendide sale dell’episcopio.
La mostra termina l’8 dicembre, la più importante data mariana, e in quel giorno la statua fa il suo trionfale rientro in Cattedrale: la cerimonia, celebrata da mons. Paul Gallagher segretario per i Rapporti con gli Stati in Vaticano, è un inno alla gioia e finalmente la Cattedrale accoglie in modo definitivo al sua patrona.
Ma un’altra novità attende l’Assunta: dopo la cerimonia la statua non viene riportata nella nicchia sopra l’abside ma viene collocata nell’altare che sin dal cinquecento le era stato dedicato, nella navata di destra della Cattedrale. È il definitivo “ritorno a casa”, nel suo luogo prescelto dove tanti fedeli possono ammirarla e adorarla da vicino.