Duemila anni fa, il Figlio di Dio e di Maria ha voluto associare alla sua vittoria sulla morte la Madre Sua e l’ha voluta con sé perché vivesse con Lui, per l’eternità, al cospetto del Padre con il suo corpo e la sua anima. Maria Immacolata ci parla della sua unicità agli occhi di Dio; Maria Regina del Cielo ci rivela la sua grandezza; Maria Assunta in cielo è segno di sicura speranza per il Popolo di Dio peregrinante sulla terra.
Fin dai primi secoli dell’era cristiana il popolo carpigiano ha avuto come riferimento della propria fede la Vergine Maria. Questa devozione subì un deciso e positivo incremento quando, nel 1514, il Principe Alberto III Pio iniziò a costruire a Carpi “un tempio degno di Roma”, dedicato all’Assunta. Una chiesa così ambiziosa doveva essere arricchita da un’immagine devozionale particolarmente suggestiva. Per questa ragione, il Principe fece giungere dalla Francia una statua lignea di rara bellezza, realizzata da Gasparo Cibelli. Da quel momento la Vergine Maria è divenuta una presenza palpabile per le generazioni che si sono susseguite nei secoli. Fino ai nostri giorni! Un gruppo di bambini, dopo avere pregato davanti alla statua, ha testimoniato: La Madonna ci ha lasciato una sensazione strana, come se fosse ancora tra noi.
. Una chiesa così ambiziosa doveva essere arricchita da un’immagine devozionale particolarmente suggestiva. Per questa ragione, il Principe fece giungere dalla Francia una statua lignea di rara bellezza, realizzata da Gasparo Cibelli. Da quel momento la Vergine Maria è divenuta una presenza palpabile per le generazioni che si sono susseguite nei secoli. Fino ai nostri giorni! Un gruppo di bambini, dopo avere pregato davanti alla statua, ha testimoniato: La Madonna ci ha lasciato una sensazione strana, come se fosse ancora tra noi.
Fin dal primo incontro tra la Vergine Assunta e il popolo di Carpi è sbocciato, dunque, un amore a prima vista che, mediato dagli occhi, è arrivato ben presto al cuore e poi all’anima. Da cinque secoli Maria e i carpigiani camminano mano nella mano, da Lei si sentono custoditi in un abbraccio materno tenero e forte e con Lei si sentono impegnati a costruire una storia che meriti di essere vissuta.
La Vergine stessa si è fatta solidale, per così dire, con il suo popolo nel periodo buio del terribile terremoto che ha sconvolto la diocesi di Carpi, nel maggio 2012, per insegnarci che cosa significa risorgere dalle macerie e mostrarci la via della vita.
Le vicende, che hanno visto coinvolta la statua dell’Assunta, infatti, ci hanno portato a riconoscere che anche negli eventi dolorosi e tristi della vita personale e della storia dell’umanità sono nascosti risvolti positivi inaspettati, che portano a modificare il proprio punto di vista e ad attivare energie sconosciute.
Il terremoto, infatti, ci ha fatto riscoprire una modalità nuova della presenza della Vergine perché ha riportato alla luce una bellezza antica – rimasta presente nel cuore del popolo di Carpi come nostalgia – ma oramai divenuta invisibile alla vista a causa del corpo ligneo della statua abbruttito dai tarli ed il suo splendore offuscato dall’usura dei secoli, da interventi di mani non sempre esperte e dalle conseguenze del sisma.
Grande è stata la gioia quando la statua dell’Assunta, dopo tre anni e mezzo, è uscita dal velo del tempo e, abbandonate le sovrapposizioni secolari, è apparsa come era all’origine: la donna vestita di sole che squarcia le tenebre di un mondo freddo e violento – perché incapace di amare – e illumina il nostro cammino dello splendore divino.
La nuova vita della statua costituisce un richiamo per il popolo carpigiano a ritrovare la fede limpida e forte di un tempo, che ha saputo ispirare tanta bellezza. Inoltre, il recupero della sua forma originaria ci sollecita a ripulire la nostra anima dalla polvere dell’abitudine, a combattere i tarli che hanno indebolito la vita cristiana, a liberarci dalle toppe di stucco con cui abbiamo creduto di curare le ferite esistenziali e a liberarci della vernice dell’ipocrisia perché, come ha lasciato scritto un visitatore: Dietro a tanta bruttezza, l’oro risplendeva. Simbolo della nostra vita, che può risplendere con Maria.
Contemplando, ora, il volto dell’Assunta, guardandola negli occhi, osservando le sue mani e ammirando le sue vesti viene spontaneo il desiderio di abbracciarla, ma poi si percepisce che in realtà Lei ci ha già preceduti nell’abbraccio e nella carezza perché sa il nostro bisogno di essere amati, in quanto è sì la Madre di Dio, ma è anche nostra madre.
Infatti, lo sguardo della Vergine nella statua è rivolto contemporaneamente al Padre e a noi. Al Padre perché riconoscente del dono della divina maternità, a noi perché non è stata assunta in cielo per se stessa, ma per riversare sull’umanità le sue grazie e portare tutti con Lei in Paradiso. È quanto ha fatto in questi secoli. Con il suo sguardo premuroso e rassicurante continua ad indicarci il Cielo perché innamorata di Dio e dei suoi figli, in egual misura. Forse, è proprio questa consapevolezza che ha portato una bambina a scrivere: Il suo sguardo mi ha trasmesso serenità e pace; e una donna: Il tuo sguardo cattura, il tuo sguardo indica la via, il tuo sguardo intercede.
La Vergine Assunta, veramente, rianima la speranza, dona la certezza della vita eterna, costituisce un ponte tra la terra e il cielo.
+ Francesco Cavina
Vescovo di Carpi