La calamità naturale viene avvertita come un segno imperscrutabile del destino e la forza dell’essere umano è superiore alla forza distruttrice della natura, in psicologia la resilienza è la capacità di riuscire a trasformare in risorsa un evento traumatico.
La scossa sismica del 20 e 29 maggio 2012 ci ha lasciati profondamente sconcertati e disarmati al cospetto della distruzione del nostro patrimonio storico artistico emiliano, concentrata principalmente negli edifici di culto.
La scultura lignea raffigurante la ”Madonna Assunta” realizzata da Gaspare Cibelli nel 1500 per volere di Alberto III Pio, Signore di Carpi, per la solenne Collegiata di Carpi di cui prende il nome, emblema di protezione e sostegno per i carpigiani sin dalla sua genesi, è rimasta per lungo tempo alle intemperie, con le sue vesti dipinte secondo le mode che si sono avvicendate nel tempo, non è andata perduta è rimasta pazientemente nella nicchia dell’abside della Cattedrale in attesa del suo recupero.
Appare inverosimile che una catastrofe abbia generato quella spinta di rinascita che ha permesso di restituire un pregevole manufatto alla collettività ed al suo antico ed originario splendore.
La Soprintendenza archeologia Belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, ha avuto il privilegio di dare il proprio contributo professionale di tutela e supervisione tecnico scientifica, attraverso lo svolgimento dell’Alta Sorveglianza su questo prezioso manufatto ricco di significati simbolici, liturgici e di elevato valore storico artistico.
Una grande opportunità e una grande responsabilità è stata la restituzione alla comunità e alla Diocesi di Carpi proprietaria dell’opera che con ragione serbavano delle aspettative lungimiranti che sono state portate egregiamente a compimento con la piena soddisfazione di quanti hanno partecipato, ognuno con il proprio apporto, alla realizzazione di questo eccellente intervento di restauro.
L’immagine devozionale della Madonna Assunta salvata dalla calamità e restaurata la carica di nuovi significati simbolici: di rinascita, di restituzione della sua bellezza, una sorta di resurrezione metaforica di ritorno alla vita.
Ecco è stato proprio questo il compito svolto, con impegno dedizione e professionalità, dai restauratori incaricati dalla Diocesi di Carpi con la guida costante del funzionario della Soprintendenza competente per territorio.
Un ringraziamento particolare va al Vescovo di Carpi, Sua Eccellenza Monsignore Francesco Cavina, per essere stato costantemente presente durante le fasi di intervento, rapportandosi puntualmente con l’Alta Sorveglianza per rimanere aggiornato sull’avanzamento dei lavori, mostrando, con un’innata percezione della bellezza, quella sensibilità ed attenzione non così diffusa, alla tutela e conservazione delle opere d’arte del proprio territorio.
Grazie alla Direzione Lavori dell’Ing. Marco Soglia della Diocesi di Carpi, in un costante confronto con questa Soprintendenza, si è venuto a creare un esemplare rapporto sia umano che professionale per la realizzazione di un restauro di eccellenza restituito non solo alla città di Carpi ma all’intero mondo culturale.
Alla Ditta Alchimia di Cavezzo che ha eseguito l’intervento di restauro un ringraziamento di cuore per la professionalità dei propri collaboratori. Un ringraziamento particolare ad Alessandra per la dedizione e amore affidati quotidianamente al proprio lavoro, mostrando un equilibrio ed una profonda etica professionale verso l’unicità dell’opera mai scemata un attimo e portata avanti con rispetto per tutto il lungo percorso di recupero.
Alta Sorveglianza
Dott.ssa Maria Grazia Gattari
Funzionario restauratore conservatore
Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara